Monviso Show a motore


Monviso Show... a motore!


9 Novembre 2008, Giornatone! 

in barba al maltempo che ha imperversato per tutta la settimana, in barba alla meteo comunque in letargo; un buon motoaliante + un buon pilota = grande figata di volo !!!

Tutto è iniziato ieri, quando Vittorio mi ha lanciato la proposta "se domani fosse limpido, si potrebbe andare sulle Alpi...";  e oggi la magia si è avverata e una giornata di sole, ha riscaldato le ossa umide e il campo, colmo di funghi e di brina.

Dopo il briefing, preparato il Fournier, gps, palmari, un buon cellulare al posto della relfex sfortunatamente dimenticata a casa, e si decolla alla volta della Val Chisone.

La scorriamo tutta, fino in cima al Sestriere, appoggiando i costoni già innevati e sopra la condensa, che si ferma bassa, a metà pendio.

Superato il confine, dirigiamo verso il Col d'Izoard, quindi il Colle dell'Agnello, in valli bianche di neve e segnate dalle tracce di impavidi sciatori d'alta quota.

Lo spettacolo è incredibile, per nulla disturbato da vento o turbolenze che a motore sarebbero poco gradite.

Il Fournier macina chilometri e metri al secondo in lenta ma costante salita e, pilotato con maestria da Vittorio, sempre attento alla rotta e ai parametri tecnici del motore, ci guida sicuri fin sotto al Monviso, la nostra meta di oggi.

La quota ci consente di scollinare sul versante Italiano e gustiamo la maestosità della montagna, con le sue pareti di roccia a picco sul lago, sorgente del Po.

Si fa rotta verso casa, ancora storditi dalla magia dei questo volo, tanto facile all'apparenza, quanto così raramente sperimentato e goduto dai più.

Grazie Vittorio per la splendida gita... e in omaggio, il VIDEOCLIP del volo
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FS    

Week-end di settembre


una mattina di Settembre

 

14 Settembre 2008,

 

Cosa ci faccio a bordo di questo strano velivolo zeppo di gente?  mentre plana, nell'aria calma di un laminare d'alta quota, molto... molto, sopra il mondo.

Finalmente riconosco i passeggeri: davanti a me il viso di Dino, sorridente come sempre, accanto, lo sguardo sicuro di Vittorio alla guida del velivolo. Non siamo soli, c'è anche una specie di astronauta, tutto fasciato in una tuta argentata da cui spuntano cavi elettrici, certamente collegati a batterie supplementari... assomiglia a Jean-Marie, ma potrebbe essere anche Marco.

Intorno a noi il cielo è quasi buio e la debole luce, diffusa dalla capottina, dipinge d'azzurro ogni cosa, mentre un altimetro folle scandisce la salita, ormai prossima alla stratosfera.

Ho freddo ai piedi (come sempre), ma sono stupito di essere l'unico; il buio ci avvolge, unito ad un silenzio magico, surreale, per nulla disturbato dalla folla di amici che sorride senza proferir parola.

silenzio, freddo... freddo e silenzio... e infine... mi sveglio.

Lentamente il pensiero coerente si riprende il suo spazio, 

Il lenzuolo è arrotolato ai piedi e il leggero brivido mi aiuta a destarmi del tutto; con un braccio, a tentoni, agguanto un lembo e mi copro, recuperando una piacevole sensazione di tepore. 

Il cuscino portato da casa, al posto dell'insopportabile salsicciotto locale, ha fatto il suo dovere e mi accorgo di aver dormito alla grande, forse dalle dieci della sera precedente, dopo la serata fantastica trascorsa in compagnia degli amici. 

il silenzio regna sovrano, non si sente alcun suono tra le pareti della stanza e oltre. Provo a cogliere qualche segno di vita proveniente dalle camerette vicine, ma non vengo soddisfatto, che sia troppo presto ? 

Apro un occhio e nel giro di pochi secondi, la mia vista si è perfettamente adattata alla poca luce, filtrata dal profilo della porta che dà sul prato esterno. 

La stanza prende forma, i posters con gli alianti, fissati alle pareti con le puntine da disegno, la branda accanto alla mia, ancora rifatta, su cui troneggia un casino di vestiti, calze usate, biancheria e la mega borsa zaino con cui sono arrivato ieri.

In fondo alla stanza, la luce intorno alla porta ora sembra più viva, o forse sono io che mi sono abituato al buio, in ogni caso non riesco a capire cosa nasconda. Ricordo con preoccupazione la previsione triste di ieri, i tuoni della sera precedente, l'avvisaglia di un temporale che non ho poi sentito scatenarsi in nottata. 

Ora però regna il silenzio e la luce, sempre più decisa, mi invita ad alzarmi e scoprire la nuova giornata.

E' fatta... mi alzo e con una finta indifferenza mi avvicino alla porta, forzo la persiana esterna che rumorosamente si schiude.

In un attimo sono fuori, aggredito dall'aria frizzante del mattino; mi muovo deciso, per nulla infastidito dalla temperatura aggressiva e avanzo sul prato dinnanzi alla camera. Questo freddo mi piace, mi fa sentire vivo e, insieme al cielo del mattino, mi augura il buongiorno.

...e il cielo, ancora una volta, è BLU! un blu intenso e pulito, solo in qualche punto pennellato da piccoli baffetti bianchi.

In questa mattina di metà settembre, l'aria nuova è già una promessa, 

in questa mattina di fine stagione... mi sento bene, io, il cielo e il  prato di Fayence.

 

 

FS

In volo con Jean-Marie


Luglio 2008, 

Un Lunedì mattina, mentre stavo con le mani nel grasso, come è d’altronde mio solito, mi squilla il telefono con numero ignoto....mi chiedo ......chissa chi è costui che tanto freme di parlarmi il lunedì mattina?
Rispondo e dall'altra capo sento una voce dalla cadenza francese che cerca di ripetere più volte il proprio nome senza che io riesca a far mente locale.. Ma?!
Senza tanti frondoli tento di spiegare allo sfortunato che forse ha sbagliato numero .....ma nulla da fare… questo insiste ...???.....ma che vuole da me??? 
ahhhh!!!!!!! …….. sul più bello prima di lanciare il telefono in mezzo al cortile realizzo....

 
Jean Marie!!!!!!!!!!!
Azzzz!!!! Scusa il missunderstanding  dimmi…..

Jean: - Luca domani è giornata molto buona, vieni a volare, ti aspetto al campo alle 9:30

Vista la confusione non considero minimamente quello che sto facendo e accetto senza la minima ombra di dubbio.

Quella sera il cielo mostrava segni di una perturbazione in via di passaggio e come da previsioni di chi tanto se ne intende le aspettative sembravano più che buone: doveva essere una giornata molto promettente per chi ama volare con l'energia del sole.

Così la mattina mi trovo puntuale in aereoporto ad aprire le porte dell'hangar e lustrare con gli occhi come mai avevo fatto il super uccellone da 27 metri il mitico NIMBUS  4 di Jean Marie.

In men che  un'ora siamo entrambi allacciati e in rampa di decollo e in poco meno di quindici minuti richiudiamo il motore e tagliamo la linea di partenza......- strette poco più delle ore dieci.

 Che silenzio.... che cielo..... che velocità .... ma anche che bassi........

Jean più volte mi chiede dove siano gli agganci più frequenti con quel nord est che non va a mollare e che già a 1600 metri spira a 40km/ora... io mi sento spaesato, quelle montagne le conosco discretamente ma assolutamente non a quell'ora del giorno.....
Niente paura, avanti,  dentro le montagne e occhio al vento.. dobbiamo fare dinamica poiché a quell'ora le termiche sono ancora piene di sonno... ma dinamica vuol dire volare attaccati alle piante e sottocresta... azzz ma nel nostro appennino questo è anche insidiioso con i nostri aliantini.. non oso immaginare con quell'astronave di aliante….

Ma Jean è un pilota di livello mondiale ha volato ovunque e ultimamente passa tutti gli inverni in Patagonia in cerca di primati, chi mai è più al sicuro del sottoscritto?
 

e quindi crediamoci e divertiamoci ... in men che si possa dire siamo alle porte della Garfagnana .. e lui che vuole andare oltre Perugia e ritorno decide di attraversarla per andare a prendere dei cumuli molto promettenti sulle Apuane....

Azzzzz!!!!!!! penso io ma la garfagnana è inatterrabile completamente !!!!!!!!!!!!! quelle sono le colonne d'ercole per noi volovelisti novesi...

Ma si….. dai.. avanti e determinazione; ma Jean è veramente persona dalle mille risorse: capace di mettere a proprio agio il proprio passeggero, nel contempo contattare gli enti aeronautici, scartabellare confuse carte aeronautiche, pilotare un aliante con 48kg di carico e 27 metri d’ingombro, e non di minor importanza cercando ascendenze che per lui sono prevalentemente convergenze, fasce portanti o onda. Ma quanto mai sono fortunato io quel giorno?!

Ma passati il colletto sopra l’autrostrada della Cisa entriamo in una discendenza netta di 5 m/sec e ci chiediamo dove andare a buttare il naso per trovare qualcosa che almeno ci faccia mantenere la quotae e ragionare sul da farsi .. 

 ritorno chiuso!!!  non possiamo tornare e allora .....?… andiamo sulle Apuane ... 

-         azzzz ma dietro c'è il mare con l'aria sporca –

-         .. ... non importa 

contattiamo subito le zone di controlo RADAR di competenza ed informiamo loro della nostra posizione ed intenzione dice l’impavido Jean…

e così si fa…

quindi uno con la carta aeronautica, l'altro con le frequenzre contatta gli  enti e l'aliante che in qualche modo vola la sua aria.... e qui facciamo anche qualche foto perchè vuoi mica non tenere traccia di quei pendii che mai nessuno di noi aveva visto prima se non dal sedile di 
un'automobile in autostrada....!?

E' si!!!! E così tric e trac ecco che ci portiamo su Lucca e poi Pistoia ed infine su Firenze.. la strada è lunga ancora ...ma la meteo non promette moltissimo... che si fa? torniamo ?.... ma si ma non prima di essere saliti un pochino, dice Jean Marie….

Ah e poi che strada prendiamo per il ritorno? Mica volgiamo fare la stessa dell’andata no?

Passiamo per Bologna suggerisce Jean così vediamo altri posti…

Io sono con le mandibole paralizzate dallo stupore…. 

E così come detto ecco che Jean impegnandosi un pochino aggancia un'onda che ci porta fino a 11000 piedi sempre sotto osservazione e autorizzazione del radar di Firenze che per ben cinque volte ci concede la salita ..... Fantastico! Io sono in completa euforia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ed ora verso casa .. e da una nuvola all'altra senza MAI GIRARE ce ne torniamo a novi..toccando terra dopo poco meno di sette ore di volo.

Che VOLO, che Pilota, Che macchina , che meteo!!!!

Un'esperienza indimenticabile….

Una splendida giornata della vita che metterò nella cesta dei bei ricordi.

Un’esperienze formativa che mi fa riflettere sul mio modo di volare e mi induce ad essere più riflessivo ed ovviamente a studiare ed approfondire nuovi temi mai visti fino ad ora.

Un consiglio…… se avete opportunità conoscete Jean e anche solo parlando vivrete di momenti di volo inimmaginabili…

Un grazie di cuore a Jean per la disponibilità, la passione e professionalità che ha dimostrato nei miei confronti e un grazie anche a Vittorio Borgo che come sempre ha gestito la logistica e ha lasciato a me quel posto quel giorno per non rimettere gli interessi del nostro club.

Luca.

 

Il Monoposto di P.F.



19 aprile 2008: "un piccolo passo per l’umanità, un grande passo per me"

Il monoposto

  

Ho rimandato troppo a lungo il mio primo volo col monoposto, forse per paura di bruciare le tappe troppo in fretta, forse per una questione di sicurezza, forse anche solo per paura: l’idea di salire a bordo di un velivolo su cui non ero mai stato unitamente ad un istruttore di volo, non mi aveva mai entusiasmato più di tanto finora. Ho sempre pensato che sarebbe arrivato il momento prima o poi, ma quel momento lo vedevo ancora talmente lontano, da non doverci pensare ancora per molti mesi, se non anni. L’istruttore di volo continuava a ripetermi “SEI PRONTO, NON HAI NULLA DA TEMERE, SEI GIA’ IN GRADO DA TEMPO DI VOLARE COL MONOPOSTO”, ma io nulla …rifiuto totale. Poi sabato qualcosa è cambiato. Dopo un meraviglioso volo in biposto sull’ASK 21 con il mio amico e istruttore L.M., in cui, grazie alle dritte fornite da quest’ultimo, abbiamo guadagnato oltre 2000 piedi di quota e svolazzato per diverse ore, ero in giro per l’aeroporto, quando ho visto il Ka 6 I-IDOT posizionato poco fuori dall’hangar, risplendente perché illuminato dal sole, che stava lì da solo, senza nessun utilizzatore. Mi sono avvicinato, ho guardato l’interno della fusoliera, la leva dei comandi, la strumentazione e mi sono chiesto: “CI SALIRO’ MAI SU ? SARA’ DIFFICILE DA PILOTARE ? “. Poi, pochi secondi e la curiosità mi ha portato a posizionarmi all’interno, per vedere almeno quali sensazioni poteva provocarmi lo starci seduto dentro con la cappottina chiusa. Una volta dentro la prima impressione è stata positiva: spazioso, contrariamente a quello che pensavo, buona visibilità, buona strumentazione, sedile comodo, ma mancava una cosa … il coraggio di volarci.

 Poi una volta fuori ho cominciato a guardarlo per bene all’esterno: fusoliera grossa ed apparentemente robusta, sì … legno e tela, va beh … ma insomma … ha volato per tanti anni … vuoi che si rompa qualcosa proprio oggi ? Oggi ? Perché oggi ? Profonda paura … non mi sarà venuto per caso in mente di volarci oggi ? No, dai … non sono pronto … o no ? Poi il pensiero è andato agli attuali allievi che hanno iniziato a volarci di recente e la domanda è stata d’obbligo: “COSA MI MANCA PER VOLARCI, RISPETTO A LORO ?” Ebbene, riflettendoci sopra, non mi mancava nulla … anzi io avevo pure qualcosa in più, la licenza aeronautica di pilota d’aliante.

Ok … ormai  non avevo più scuse. Mi sono assicurato che il velivolo fosse efficiente e poi subito dall’istruttore L.M. per dirgli di approfittare di questi 5 minuti di coraggio. Nessuna esitazione da parte sua, che salito subito sullo Stinson L5 era già pronto a trainarmi prima che le mie paure ingiustificate riprendessero il controllo. Pochi minuti e tutto era pronto. Io ero all’interno del Ka 6 sulla linea di volo, il cavo agganciato e teso e mancava solo il mio pollice sollevato a far iniziare la “mission impossible”. Arrivato fin qui, tanto valeva sollevare anche il pollice … e cosi ho fatto.

"Ala sollevata, inizio del movimento … primi metri, barra avanti … ok sono in equilibrio sulla ruota, le ali sono livellate, tra poco lo stacco … sì tra poco lo stacco … ma nemmeno il tempo di pensarci su ed il Ka 6 si è staccato da terra prima che lo decidessi io, aiutato dal vento forte. Sono basso, troppo vicino al terreno, un pò più su …dai lo so fare … lo posso fare, devo solo stare attento, perché il Ka 6 è molto reattivo sul cabra/picchia. Piccolo colpetto indietro … nooooo … troppo! Giù … no troppo! Di nuovo su … insomma !! Qui sono io che piloto e non l’ I-IDOT, quindi vediamo di farlo stare dove dico io … barra più controllata … movimenti di cabra/picchia molto calibrati, vediamo di stare livellati dietro al traino, ma … ma … gli alettoni non li sente tanto … ok … un pò più di barra … pedaliera al punto giusto … bene … sono perfettamente al traino … in posizione …tutto va bene. L.M. dallo Stinson mi ricorda di star “SEDUTO SUI PIANI DI CODA”, che  “in codice” sta ad indicare di assumere la giusta posizione e nel caso specifico mi richiede di salire un po’ di più rispetto al traino. Un colpettino di barra e sono perfettamente “seduto sui piani di coda”. Qualche giretto sul campo e poi arriva il tanto sognato momento dello sgancio … levetta gialla … sì dov’è? Ah .. .sì in mezzo alle gambe … ok via …e subito sguardo a destra … ok … libero … barra e piede destro. Ora sono solo … io ed il mio primo monoposto. Che strano … mi sembra quasi di rivivere il primo volo da solista. Proviamo una virata a destra, una a sinistra, un 360°, ala un po’ più inclinata … wow … funziona tutto … e perché non dovrebbe poi ?. Non vorrei esagerare, ma quasi quasi mi piace più di tutti gli altri. Molto più manovrabile, azioni e reazioni in “real time”. Nessun rumore anomalo, anzi nessun rumore … è silenziosissimo … troppo bello. Poi all’improvviso un movimento sulla barra … variometro a +1 … proviamo … vediamo come si comporta questo “giocattolo” su un’ascendenza. Cerco di starci dentro … poi il valore scende a + 0,1 / + 0,3 … ok ci sto dentro … ma è  poco. Dopo un bel po’ di minuti sono ancora lì a 800 metri, non scendo, anzi vado su, di poco, ma vado su … devo dire che 300 kg in meno del biposto a due piloti fanno la differenza … meraviglioso ! Dopo numerosi ed interminabili minuti arriva il momento di andare in prenotazione, ormai il sole è al tramonto. Sono a 300 metri sulla prenotazione, ma l’istruttore via radio mi invita ad andare in prenotazione e provare i diruttori. Tutto ok … i diruttori funzionano .. anche troppo … ho perso 100  metri in sottovento ! Li richiudo un po’, poi tutti fuori in base, sono ancora alto. In finale per la 18 sono a 100 km/h di velocità relativa… c’è ancora un pò di vento da sud, meglio non rischiare. Chiudo un po’ i diruttori, perchè voglio arrivare all’hangar, ma è troppo tardi … all’hangar non arriverò mai, ma mi accontento di un buon atterraggio sulla pista … pochi secondi … una bella flare … e dolcemente il Ka 6 si posa sul terreno. Sgancio la cappottina, esco fuori e penso …che pollastro che sono … ho aspettato tutto questo tempo …cosa mi sono perso finora ! "

Un ringraziamento particolare agli istruttori dell’ASD Volo a Vela Novi, che mi hanno dato la possibilità di arrivare alla realizzazione di questo sogno, riuscendo nel breve periodo in cui sono stato un allievo a farmi acquisire tutte le nozioni necessarie e lo giusto spirito per poter volare in aliante in completa sicurezza.

      

P.F.

                                                                                   

Volo Solista C.Manetta


Febbraio 2008,

un racconto, liberamente scritto dall'allievo Carlo Manetta alla sua "prima" da solo:

 

Finalmente o accidenti! È arrivato il momento tanto atteso, ma nello stesso tempo tanto temuto, è una sorta di odio ed amore, non distingui qual’è quello che prevale sull’altro, comunque sei lì su quel mezzo che ancora non conosci a fondo, stai per partire e non puoi più tirarti indietro.

Che strana sensazione, non hai più fiducia in te stesso ma ti affidi completamente al tuo istruttore e pensi: “ se mi fa andare da solo saprà quello che sta facendo, non credo siano tutti pazzi in questo posto…”  che strano, lui l’istruttore, ti conosce meglio di te stesso, roba da matti!

Hole’ si parte, in un attimo ti ritrovi per aria a dover governare da solo questo coso che stai odiando, “ma chi me la fatto fare, pensare che pago anche per subire tutto questo.” Ma continui a salire, non perdendo mai di vista il traino, quel cavo di 50 metri si e’ trasformato in un cordone ombelicale e continui a salire fino alla quota di 1000 metri, poi il momento è arrivato, impugni il pomello giallo e tiri con tutte le tue forze (più mentali che fisiche), ora sei veramente solo ancora intorpidito dall’emozione. Appena riprendi leggermente conoscenza senti tutti i muscoli rigidi come un pezzi di legno, allora cominci a ragionare razionalmente e per prima cosa cerchi di indurre una sorta di rilassamento al tuo corpo altrimenti ingestibile, ok ora si che cominci a godere del piacere del primo “VOLO SOLISTA”. Fin da bambino amavo guardare in alto e fantasticavo pensando quali potevano essere le emozioni provate lassù, ora sono lassù  da solo, e posso guardare in basso, cambiando completamente la visione del mondo e istantaneamente si aggiunge una dimensione in più, mi veniva l’esigenza di parlare con Luca (l’istruttore), ma Luca era sotto che guardava a testa in su….iniziano le varie procedure per l’atterraggio e nuovamente in un batter d’occhio tocchi  terra, un momento esattamente come il primo, vorresti non arrivasse mai ma come sappiamo, tutte le cose belle finiscono, pronte a ricominciare ancora più belle di prima.

Un momento di riflessione e penso a tutte le persone che mi sono state vicino, per primo Vittorio Borgo, che a saputo consigliarmi alla scelta dell’aliante come prima esperienza di volo, poi Luca Melchiorre che con il suo entusiasmo, pazienza e competenza ha saputo infondermi sicurezza e coraggio, a Giuseppe Gandolfi che con la sua decennale esperienza ha saputo rendere semplici procedure alquanto ostiche… tutti i miei compagni di corso e tutti gli amici del club, che mi hanno sempre aiutato regalandomi la parola giusta al momento giusto.

Infine ma non ultima, una persona che nei momenti di sconforto mi ha sempre spronato a continuare senza indugio, e che è stata l’artefice di questo video fatto con una semplice macchina fotografica ma carico di tutte quelle emozioni indimenticabili vissute nel giorno del “volo solista”

…grazie a Titti.         

      

 

Emozioni di: 

Carlo Manetta solo per i vostri occhi il volo da solista di Carlo (66MB)

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