Oltre la "Val di Taro"
Era tempo che aspettavo un'occasione per riaprire le pagine del libro di bordo e lasciar scorrere la penna, o meglio le dita sulla tastiera, con l'unico obiettivo di fissare un momento importante. Ma andiamo per gradi...
Sabato 4 maggio 2003,
una giornata che non sembra proprio voler iniziare nel modo giusto, sono al campo che non sono ancora le 9,00 in una mattina non bella, con un cielo non limpido, ancora offuscato dall'umidità della notte e con il vento che non riesce a decidersi se girare da nord o meno.
Arrivano gli amici di sempre e come sempre, senza pronunciare alcun pronostico ci dedichiamo al montaggio dei nostri alianti, alle piccole cure maniacali: una lucidatina alla capottina, una passata di panno per far brillare la cera, la nastratura completata con precisione millimetrica ed infine... accensione dell'avionica, dei computer, dei palmari... tutto OK !
tralascio i dettagli del trasferimento in linea durante il quale riesco persino a scivolare malamente sull'erba bagnata procurandomi una dolorosa distorsione al ginocchio destro (e spero sia finita lì !) ... meglio soprassedere sulle cure amorose di Livio che mi prepara un impacco di "Voltaren" a prova di stregone, assicurandomi la manovrabilità della pedaliera.
alle 13, ormai è chiaro che i cumoli in pianura saranno un miraggio e se vogliamo andare in montagna dobbiamo deciderci a organizzare una bella serie di traini "lunghi" direttamente alle pendici del Giarolo (30 km. dal campo).
Decollo e mi sgancio quasi a 1500 m. in vista del monte, verso cui plano nell'aria immobile puntando al cumulo che si presenta proprio sulla verticale del "decollo dei delta"... boom! l'ascendenza c'é ma è molto rotta... entro ed esco ad ogni giro... la media è però positiva e guadagno quanto basta per raggiungere la base del cumulo, affollatissimo di deltaplani e parapendii.
Non mi fido di tutto questo traffico e mi allontano velocemente in direzione dell'Ebro e del lago del Brugneto... per fortuna la base dei cumoli porta bene e quasi senza alcuno sforzo mi ritrovo a 1800 sull' H... è ora di sentire a che punto sono Livio e Maurizio.
Dopo una mezzora siamo riuniti e scatta la domanda fatidica... "dove si va ?" ... " verso est si vede un bel fronte che si allunga deciso e con basi alte... proviamo a seguirlo ?"... è deciso, si parte, verso est, verso il confine dell'Appennino Ligure... direzione Monte Maggiorasca.
Che giornata eccezionale, finalmente una situazione meteo che sembra chiara: l'aria di mare si scontra con la pianura e volando sotto il fronte... meglio davanti al fronte, non si perde un metro e si corre veloci.
Il computer ci conferma massimo 12 km/h di vento da nord e quindi prevale il sole che scalda i pendii esposti a sud garantendoci buone ascendenze in corrispondenza dei costoni più assolati e rocciosi... come da manuale, per una volta... è una soddisfazione.
Arriviamo sul Maggiorasca e rifacciamo quota, riportandoci a 2400 m., siamo lanciati e forse il gruppo decide per il singolo... andiamo oltre, verso la Val di Taro... poi vedremo.
Si passa sopra Borgo Val di Taro altissimi e durante la traversata della valle, che per due anni ha rappresentato per me un confine immaginario invalicabile, non posso non pensare che sto abbandonando le solite certezze a favore della curiosità, della voglia inebriante di superare la prossima vetta... il fronte di brezza mi aiuta a non desistere e pochi minuti dopo siamo dall'altra parte... abbiamo perso meno di 200 metri e velocemente li recuperiamo, appoggiandoci al primo monte a nord est della città.
Da qui in poi è tutto nuovo e mi muovo con grande prudenza, sfruttando ogni valore interessante fino all'ultimo alito d'ascendenza... ho paura di perdere il contatto visivo con il gruppo che si allontana, molto più intraprendente di me... devo proseguire o li perderò di sicuro !
Si apre una catena montagnosa che mi costringe ad una valutazione tattica non scontata (per me!): infatti il vento, ancora da nord, mi spingerebbe a volare sul pendio sopravento, ma il lato al sole è decisamente più invitante e dopo una prima esitazione affondo deciso sul versante sud ... è ancora il fronte di brezza a dettare legge e a sud della sua ombra, che ricopre il costone fin oltre la cresta, è assicurata una bella planata portante.
Sono oltre due ore che voliamo e siamo a 123 km. da Novi... per me è record ! ... il computer ci segnala Sarzana e Modena "near airport", ci godiamo l'ultima salita e guardiamo le Alpi Apuanee il Monte Cusna, chiuso dalle nubi... decidiamo di rientrare.
Mentre invertiamo la rotta, si affollano mille pensieri:
forse potevamo osare di più... il Cimone forse oggi era alla portata...
Novi sembra lontanissima, ce la faremo a rientrare o la giornata si concluderà in un bel campo di barbabietole ?
temo nuovamente di perdere il contatto con il gruppo e da questa posizione l'orografia mi sembra del tutto nuova, assolutamente sconosciuta...
meno male che esistono i GPS ! ma con tutte queste valli che si intersecano davanti ai miei occhi... ci faccio poco, meglio rotta 270° o 300° ?
Poi, tutto si aggiusta, la meteo sostiene gli audaci e Mimmo Passarelli, raggiunto lungo il percorso, fa la sua parte, prodigo di consigli e di esperienza.
Grazie a tutti per questa giornata di grandi emozioni e di soddisfazione.
FS