Racconti
Il mio Piper

Domenica 14 Gennaio 2007,
Ancora un weekend ucciso dalla meteo, anche oggi un'ora di auto, una speranza, che già sul passo dei Giovi si trasforma in sconfitta, la schiarita che lascia spazio alla nebbia.
Di volare ad Albenga non se ne parla, la meteo in Liguria è anche peggio che a Novi, il cielo invernale è disturbato da un vento di libeccio fuori stagione che ammucchia nubi basse sulle basse cime degli Appennini.
Mi ritrovo sul campo di Novi, accolto dai pochi amici che con ogni tempo, come me, non possono fare a meno di respirare l'aeroporto, il suo prato e le porte dell'hangar che si aprono rumorosamente, lasciando filtrare il debole sole sulle ali tristi dei mezzi in letargo.
Dopo pranzo, dopo i soliti racconti e le fantasticherie su dove andremo, su cosa faremo, mi ritrovo a camminare accanto all'ASWK21 del Club.
Il magico essere volante sembra addormentato e non pare aver voglia di muoversi fuori dalla sua cuccia; come lui, anche Vittorio e Michele indaffarati intorno al motore del Robin, non accusano la mia tristezza...
Mi sbagliavo.
Sono le 3,00 del pomeriggio e il cielo, come a farmi un dispetto, è sempre più blu, scaldato dal sole che finalmente si prende uno spazio deciso; io giro senza pace tra il bar, la sala briefing e il bagno! ormai sento di essere spacciato e quasi decido di rientrare a casa quando Borgo si avvicina e mi chiede:
"ma vuoi proprio volare ? devo fare un volo officina con il Piper... potresti venire con me"
ma che domande son queste!!! certo che vengo con te... anche in capo al mondo, purché volando !!! Non ho detto proprio queste parole ma sono sicuro che lui le ha sentite lo stesso.
Vito esegue i controlli e io mi sistemo a bordo del piccolo aereo bianco e rosso, il sogno di ogni pilota e oggi anche il mio, oggi irresistibilmente attratto da questo mucchio di tela, tubi e amore per il volo, più forte dell'istinto che mi invita a non tradire il volo silenzioso, più forte dell'imbarazzo per questa debolezza che forse dovrei nascondere, più forte di tutto...
Lui risponde fedele ai comandi di Borgo, tutto motore... barra tutta avanti, pochi metri alza la coda... barra in centro... il carrello è ora più leggero e...
la magia si ripropone in tutta la sua grandezza... siamo in volo!
Saliamo senza peso, veloci quanto basta, sempre più lontani da questa terra cara e odiata; non penso a niente, non esiste più niente tranne il suono del motore e del vento. Il primo è caldo e armonioso come uno strumento musicale perfettamente accordato, come un vecchio pianoforte nelle mani di un Maestro... il vento invece è l'amico di sempre, la velocità che mi regala il volo, l'energia che mi ancora alle nubi.
Borgo continua a fare i suoi controlli mentre io mi perdo in questo cielo.
Più saliamo e più la terra non è che un ricordo, sembra che questa salita non debba finire mai. Ogni metro guadagnato è un nuova prospettiva; prima la foschia e le montagne in controluce, poi sempre più blu, il cielo è il vero padrone, sopra le nubi, sopra i pensieri e lo spazio si allarga all'infinito.
Lui è contento, lo sento.
Ormai il suono è diventato un canto e mi ritrovo a fischiettare anch'io un motivetto senza tempo nell'interfono, come quando a bordo della mia vecchia Guzzi, fischiettavo sereno, lasciandomi stordire dal vento sul viso, in una tiepida serata estiva.
Borgo mi riporta alla realtà e annuncia alla torre la lunga base sinistra.
Pochi attimi e tutto finirà... ma quanto devo oggi a questo Uomo.
Non so quanto fosse importante fare proprio oggi questo volo officina, ma sono certo che Lui sapeva quanto fosse importante per me.
Grazie a Lui e... grazie Vito.
FS