Racconti
Un Volo Indimenticabile
era da tempo che non scrivevo un racconto sul nostro sito, d'altronde per scrivere qualcosa di veramente interessante serve un'esperienza forte, una di quelle avventure che segnano un punto fermo nella vita di un pilota di volo a vela.
sabato 2 Maggio in volo sulle Alpi Francesi, questa magia si è ancora avverata e allora vi racconto...
alle 8, con una buona ora di ritardo sulle mie solite abitudini mi sveglio... distrutto; ieri abbiamo fatto un gran bel volo. Io sul mio discus e Luca e Roberto sul Duo Discus e Alberto sul ASW27; in volo con noi anche Vito e Franco... loro, decisamente di un'altra classe.
quattro ore e mezza di salite potenti e planate energiche, sotto un cielo come sempre generoso e sopra uno sterminato paesaggio innevato, da Fayence a Bardonecchia, lungo rotte già provate ma sempre affascinanti.
Oggi il mio neurone, risente pesantemente della prima giornata di volo, quasi sempre sopra i 3000; e mettersi in piedi è veramente dura, con la testa che pulsa e una debolezza generalizzata, forse per astinenza da caffeina.
Mentre ingurgito il primo caffè della giornata, lo sguardo fuori dalla cameretta va al cielo... spettacolo! un bel blu intenso, privo di segnali di condensazione; se saremo fortunati oggi non dovrebbe coprirsi come ieri, quando alle 10 del mattino già spuntavano cumuli a perdita d'occhio e nel pomeriggio sono arrivati i temporali a guastare la festa.
Intanto si svegliano tutti, e con piacere scopro che sono tutti a pezzi come me... buon segno... allora è normale, non sono io che sto invecchiando e che non reggo più un pò di overdose da adrenalina e una cena non proprio al bacio!
Per oggi, viste le condizioni meteo, è previsto un valzer di equipaggi, a Vittorio lascio il mio amato Discus, sul Ventus volerà Dino e io e Luca divideremo l'esperienza sul Duo, questa macchina meravigliosa, creata per queste montagne, per questa neve, per questo vento.
Non mi dilungo sui preparativi anche se, in previsione della bella giornata confermata dal briefing delle ore 9,00 da Michel e dallo Chef Pilot di Fayence, nulla è stato lasciato al caso: controllate le batterie, le cartine e i palmari, il libro dei campi atterrabili, le macchine fotografiche, l'elt, le borracce, le attrezzature varie per i bisogni fisiologici... e chi più ne ha più ne metta.
Alle 12,00 il gruppo vacanze Novi al completo, con Franco apripista e Alberto, decolla alla volta del Malay, prima salita d'obbligo per poter lasciare la zona e puntare a nord.
Le cose vanno subito bene, una bella salita da +2,5 m/s ci porta rapidamente sopra i 2000m e il gruppo è pronto per abbandonare la "vasca" e spostarsi verso le prime basi di cumuli promettenti sopra il Teillon e oltre.
Vittorio parte a mille... 150/180 km/h sparato verso una fascia molto bella spostata un pò più a est della solita rotta, verso le montagne innevate, un percorso inusuale, ma alla luce delle condizioni e dei cumuli già a base 3000m sembra una scelta logica e sicura.
Questo cielo è un'orgia di cumuli! saliamo quasi sempre con medie di quattro, cinque metri e nulla di meno... rifare la quota, persa nei traversoni, è un gioco da ragazzi, anche se come sempre Vito ci bastona di brutto, lamentandosi per il nostro cronico ritardo... oggi posso dire che un pò ha ragione lui e un pò è quasi divertente farlo incazzare così... speriamo non se la prenda.
Il Duo è proprio una favola, risponde veloce ai comandi come fosse un monoposto e la salita è stabile e piacevole. La mia autostima raggiunge il massimo quando Luca in termica stretta, mi sussurra nelle orecche " bravo cipollino... vai così... sei un mito... fantastico!!! " e il Duo si arrampica, mentre il variometro urla il fondoscala.
Il volo sarà lungo e proveremo più volte la piacevolezza di volare in due, alternandosi ai comandi frequentemente, sfidandoci a "chi sale meglio" o solo dividendoci un "jambon -beurre", immancabile panino francese, gustosissimo a 3700m.
Arriviamo al traverso di St Crepin e Vito addocchia un fronte di cumuli parallelo al nostro, tutto sul versante Italiano, a est... in direzione del Monviso.
Il Monte, sporge alla fine della strada ed è un richiamo irresistibile... urge una decisione, Vito incalza per radio "se siete d'accordo facciamo questo traversone lungo il Queyras e raggiungiamo i cumuli in Italia... sono bellissimi non possono tradirci"... secondi di silenzio e a bordo del Duo, parte un trattativa... Luca non ha dubbi, vuole andare, io come al solito sono incerto, non vorrei ficcarmi in qualche casino, ma il Monte mi guarda e alla fine... mi arrendo e si parte!
Il gruppo si sposta veloce e lascia i comodi 3700 verso la fascia di cumuli distanti una ventina di chilometri... a metà strada arriva la comunicazione di Vito, perfettamente in sintonia con la legge di Murphy "sono arrivato sotto i cumuli, non tirano tanto... mi sposto per cercare un valore migliore"... porca vacca !!! lo sapevo che non dovevo farmi tentare, ormai non si torna più indietro... un pò nervoso e lamentandomi con Luca avanzo verso questa striscia deboluccia dove è imperativo salire.
In verità, la mia è solo una preoccupazione logistico/matrimoniale, mai, in nessun momento, abbiamo rischiato qualcosa, tranne, nella peggiore delle ipotesi, dover girare i buoi verso l'Italia e atterrare a Cuneo Levaldigi, dove certamente avrei dovuto avviare le pratiche di divorzio.
Ma la salita c'è! più debole dei valori precedenti, ma senza problemi.
Raggiungiamo la base del cumulo e per un attimo sono appagato e pronto scappare indietro, quando arriva un messaggio radio da Vito che ci esorta a proseguire "ma cosa aspettate ? quando vi ricapita di costonare sul Monviso !!!" , ha ragione, mi giro e lo vedo appoggiato alla parete ovest del Monte dove subito ci avviciniamo anche noi, con la bocca aperta gli occhi strabuzzati, ammirati e intimoriti da sua maestà il Monviso.
Luca scatta a raffica, foto su foto, per fissare ogni istante, per paura di perdere il momento magico, temendo come me, che un giorno l'oblio possa indebolire l'immagine che ora riempe tutto il nostro spazio visivo.
Sono sensazioni forti, che da sole valgono tutto, come l'alpinista che distrutto dalla fatica e sorretto solo dall'adrenalina dimentica lo sforzo, alla vista della cima, cosi noi godiamo, accarezzando la vetta più alta, con l'ala a pochi metri dalla roccia e una sensazione di forza e di potenza che gonfia l'anima ed è certamente privilegio di pochi.
Credete che sia finita qui ?
nemmeno per sogno, dopo il rientro in Francia passando per il colle della Maddalena e sbucando su Barcellonette, via veloci attraverso il Col de Var e l'Isoare, lasciandoci la pista di St. Crepin alla nostra sinistra e spostandoci rapidamente verso le forificazioni dello Chaberton sopra Monginevro e infine in Italia, lungo la val di Susa fino quasi a Torino sulla punta del Rocciamelone.
Il rientro è una passeggiata con una planata di oltre 100 km dai 3700 sulla Tete de l'Estrop fino al passo de Lachens e in fine Fayence.
E' stato un volo unico, indimenticabile, di quelli che si fanno forse una sola volta nella vita... o forse no.
grazie e Vittorio per la guida sicura, il compagno di merenda Luca e agli amici di sempre per aver condiviso questa grande avventura.
FS